Avremmo voluto scrivere di nostro pugno le righe che seguono, ma avendoci già pensato l'amico Maurizio Fogar del Circolo Miani in un suo articolo di qualche giorno, fa lo incolliamo pari pari e lo ringraziamo per averci fatto risparmiare tempo e lavoro...
MA VERGOGNATEVI!
Una pagina intera per il “Gran Gala” del Teatro Verdi.
Neanche una riga per l'assemblea ai “Puffi” (oltre 300 famiglie).
Ecco sta tutta qui la descrizione di cos'è il piccolo giornale, da che parte sta e quali interessi rappresenti: la Trieste minoritaria che sfoggia pellicce e gioielli, frac ed abiti da gransera, insomma di quelli con la “grana”.
Le foto e le immagini trasmesse però dal servizio d'apertura, anche nei titoli, del Tgregionale RAI, che c'era contrariamente alla redazione del piccolo giornale, parlano da sole.
E spiace che il direttore Ater a vedere le immagini si trinceri nella solita trita e ritrita scusa che ci sono dei “vandali, degli incivili”. Caro Korenika messi lì però dall'Ater e purtroppo da quando mondo è mondo vada a vedere quanti “vandali ed incivili” ci sono nel rione “bene” di San Vito dove basta fare due passi per i giardini di piazzale Rosmini e di viale Romolo Gessi per farsene un'idea.
Ma anche le perdite d'acqua interna, i riscaldamenti che non funzionano perchè la “caldaia, per cui non si trovano più i pezzi di ricambio, andrebbe sostituita”, parole dei tecnici Siram a cui l'Ater si affida, gli appartamenti invasi dalle blatte e le cantine e dintorni dalle pantegane, sono opera dei “vandali ed incivili”? Come i controsoffitti sventrati nei portoni dalle ditte Ater per riparare i cavi elettrici e lasciati in quelle condizioni per semestri con muffa al seguito, sono opera degli “incivili”?
Ed i canoni di affitto che vanno dai 350 euro in su, di cui oltre i due terzi per le spese comuni a partire dal riscaldamento, che non funziona come dichiarato da metà dei partecipanti all'assemblea di stamane (quasi un terzo dei residenti dello stabile interessato), e che costringe le famiglie a finire nella morosità incolpevole e dunque a mendicare senza alcun rispetto per l'umana dignità aiuto ad un inesistente Servizio sociale comunale che scarica sulle Fondazioni benefiche private arrivate oramai al limite delle loro possibilità economiche. Con un Servizio sanitario territoriale incapace di fare fronte ai bisogni dei sofferenti (stamane la testimonianza di un disabile grave bloccato in casa sulla carrozzina e lasciato alle attenzioni sporadiche di qualche vicino di buon cuore).
Caro Direttore Ater, lei che è uomo di cultura, avrà certamente letto i libri di Primo Levi e ricorderà la frase entrata nella storia “l'abisso chiama l'abisso”, pertanto lasci stare le improponibili scusanti e ne faccia lei una di scuse ai residenti dei “Puffi” e magari provi a convivere con loro un mesetto in via Grego e poi ne riparliamo, se resiste si intende.
Peccato solo che la quindicina di famiglie presenti non indossassero abiti firmati e sfoggiassero gioie e dunque facessero parte di quella Trieste degli “invisibili” che al piccolo giornale ed a questa politica non frega niente anche se rappresenta buona parte della comunità.
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