L'Opera Nazionale Pensionati d'Italia (ONPI) era un ente pubblico istituito nel 1948 con lo scopo principale di assistere i pensionati italiani.
Gli obiettivi specifici dell'ONPI erano molteplici e includevano:
Istituzione di strutture assistenziali: L'ONPI si occupava di creare e gestire case di riposo, convalescenziari, colonie marine e montane per offrire ai pensionati luoghi di cura e riposo.
Assistenza sanitaria: L'ente forniva ai pensionati cure mediche, chirurgiche, fisioterapiche e termali.
Supporto alle famiglie: L'ONPI si prendeva cura anche dei familiari dei pensionati, offrendo borse di studio ai figli minorenni e assistenza in caso di necessità.
Promozione della mutualità: L'ente incoraggiava la creazione di forme di mutualità tra i pensionati, favorendo lo scambio di esperienze e la creazione di una rete di sostegno. In sostanza, l'ONPI era un'istituzione fondamentale per garantire un tenore di vita dignitoso ai pensionati italiani e per fornire loro un'ampia gamma di servizi assistenziali.
Come ogni cosa utile e rivolta alle persone fragili lo Stato pensò bene di chiudere l’Istituto dopo 30 anni di servizio.
Pur trattandosi di un ente pubblico soppresso il 20 ottobre 1978, tutte le persone pensionate italiane continuano tutt'oggi a pagare mensilmente un'imposta fissa, pari a un centesimo di euro per ogni mensilità (per un totale di 0,13 € all'anno), denominata appunto "ex ONPI".
Al momento dell'istituzione dell'ONPI (1948) venne stabilito di imporre ai pensionati un contributo obbligatorio fisso di 10 lire per ogni mensilità.
Nel 1958 il contributo obbligatorio a favore dell'ONPI a carico dei pensionati venne raddoppiato a 20 lire mensili. In aggiunta a ciò, nel 1962 venne aggiunto un ulteriore contributo a carico del Fondo per l’adeguamento delle pensioni, stabilito nella misura dello 0,30% dei contributi riscossi dal Fondo medesimo in ciascun anno. A seguito del passaggio di valuta da lira a euro del 1º gennaio 2002, il contributo è sceso a 0,01 €, pari a 19 lire mensili.
A seguito della soppressione dell'ente, dal 1º aprile 1979 al 31 dicembre 1988 (fino al 31 dicembre 1992 per quanto riguarda la Sicilia) le Regioni italiane hanno ricevuto, in proporzione al numero dei pensionati INPS residenti, le assegnazioni dallo Stato per le attività a loro trasferite già svolte dall'ONPI. Dal 1989 il contributo "ex ONPI" venne fatto confluire nel fondo comune regionale (poi ricompreso nel Fondo di Compensazione Interregionale), il quale peraltro venne abolito con la legge finanziaria 2006 e sostituito dalle accise regionali sui carburanti. Pertanto dal 1º gennaio 2006 i fondi "ex ONPI" vengono trattenuti dall'INPS, senza vincolo di destinazione. L'ammontare complessivo del gettito derivante dal contributo "ex ONPI" è stimato in circa tre milioni di euro all'anno nel 2016.
Il contributo "ex ONPI" è stato oggetto di diverse interpellanze parlamentari e regionali e di progetti di legge volti alla sua abolizione, essendo venuta meno la sua finalità residua, ma finora (2024) senza esito. Con una tempestività che solo in Italia può esistere, anche vari politici (pagati di tasca nostra) hanno lavorato per fare un’interrogazione relativa alle trattenute del contributo ex ONPI, riportiamo infatti:
XI Commissione - Resoconto di martedì 14 luglio 2009.
5-01149 Tommaso Foti: Cessazione della trattenuta per il cosiddetto «contributo ex-ONPI».
Silvano MOFFA, presidente, avverte che l'interrogazione in titolo è stata testé sottoscritta dal deputato Vincenzo Antonio Fontana.
Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Vincenzo Antonio FONTANA (PdL), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, prende atto dell'approfondita risposta del rappresentante del Governo, di cui si dichiara parzialmente soddisfatto, in attesa di conoscere con maggiore puntualità quale sarà il riparto dei fondi in questione in favore delle regioni aventi diritto.
Purtroppo ci è stato impossibile (per nostra incompetenza) reperire l’allegato 3 di cui sopra, ma sapere che almeno 24.000.000 di euro vengono sottratti dalle già minime pensioni popolari (non parliamo di vitalizi) ci fa supporre che abbiamo a che fare con un ente “INTOCCABILE”.