Malcostume tutto italiano


Da un lato siamo felici che alcuni passi in avanti sono stati fatti e che ATER sia intervenuta prima per far asportare i sacchi di immondizie neri a fianco di una delle macchine incendiate e si stia muovendo, come da locandina, per risolvere il problema delle cantine. Vanno fatte però alcune osservazioni.

Il problema delle cantine, già segnalato anche alle forze dell'ordine a causa di alcuni senza tetto che vi dormono all'interno, non può essere certo considerato il risultato di un recente sopralluogo da parte dei tecnici ATER.

Rattrista constatare che decine di PEC di segnalazione e di denunce, fatte da alcuni residenti del comprensorio, siano rimaste per anni prive di formale risposta in primis e che non siano state nemmeno inoltrate a chi di competenza per poter risolvere le varie problematiche oggetto delle segnalazioni. Oppure, qualora fossero state correttamente indirizzate, che chi di dovere le abbia volutamente ignorate.

Ancora di più ci rattrista questo mal costume italiano che a Trieste sembra aver attecchito sino a diventare consuetudine, dove al posto di essere ascoltati da chi di dovere (anche in presenza di regolari domande protocollate nelle opportune sedi) si debba ricorrere a mezzo stampa o TV per ottenere quella sacrosanta attenzione dovuta e tra l'altro prevista per legge. Ci troviamo nella grottesca situazione di dover andare a "fuori dal coro" (e non da Riccardi) per farci prendere un appuntamento sanitario prima di qualche anno, oppure per farci liberare una casa abusivamente occupata. La cosinderazione ultima, cioè che a chi ci amministra conti di più conservare un'immagine di facciata piuttosto che aiutare i cittadini più fragili, ci fa passare dalla tristezza al disgusto.

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