Dopo aver invitato inutilmente per otto volte (una per ogni assemblea) la redazione del Piccolo a tutti i nostri incontri, promossi con il Circolo Miani, negli atri dei numeri civici delle case dei Puffi, il nostro quotidiano locale esce con un primo articolo in data 29-12-2024, con un secondo il giorno seguente, con un terzo il giorno 4-1-2025. Ancora una volta riporteremo testualmente gli articoli e i relativi commenti tratti dalla pagina FB di Maurizio Fogar (Circolo Miani), perchè non saremmo stati in grado di scriverli meglio e perchè rispecchiano lo stesso pensiero che tutti noi abbiamo avuto dopo averli letti. Fare informazione è un'altra cosa!
29-12-2024
Roba da matti! Oggi in un fantasmagorico articolo del piccolo giornale si offre una interpretazione poetica del quadrilatero in cemento grezzo di Rozzol Melara, descritto nelle facoltà di Architettura come “classico esempio di stile brutalista”, dove l'allora Iacp mandò a vivere 2500 triestini, portando il nostro ricordo ad una diretta di Rai Tre nelle domeniche sportive presentate a modo suo da Piero Chiambretti, che in altra occasione fu ospite del Circolo Miani con oltre mille persone partecipanti all'incontro. Condotto con la troupe Rai a visitare prima dello stadio Grezar proprio Rozzol Melara, sul tetto del quadrilatero si rivolse ai telespettatori con una simpatica domanda “vorrei proprio sapere chi è lo str..zo che ha progettato questo mostro”, testuale. Lo “str..zo” nell'occasione stava dietro di lui e sorrideva alla telecamera. Una cosa è incredibile: nell'elegiaco articolo-lezione urbanistica l'autore non si sa quanto consapevolmente lo tratteggia così “Collocata in una tradizione di architettura popolare che affratella Laurentino 38 e il Corviale di Roma, le Vele di Scampia e lo Zen di Palermo”. Ovvero alle realtà più alienanti e degradate d'Italia di cui almeno una, le Vele di Scampia, le stanno finalmente abbattendo. Ma al piccolo giornale leggono la stampa nazionale o almeno guardano i TG? Pare di no.
Rozzol Melara ha perso un “fratello”.
“Collocata in una tradizione di architettura popolare che affratella Laurentino 38 e il Corviale di Roma, le Vele di Scampia e lo Zen di Palermo”. Così nello stendere le lodi al progetto di “architettura brutalista” del quadrilatero di Rozzol Melara l'autrice dell'articolo del piccolo giornale dell'altro giorno. Siccome questi “esperti” di urbanistica non leggono neppure i giornali nazionali o vedono i TG, oggi sullo stesso foglio locale è apparsa, a dimostrazione che a casa loro il dito mignolo non sa quello che fa il medio e della stessa mano, la fotonotizia che trovate qui sotto.
Ergo Rozzol Melara è in lutto: è scomparso uno dei quattro “fratelli” citati solo l'altro giorno, e non era per nulla un esempio elogiativo, ma l'autrice del pezzo incredibilmente lo ignorava, dato che gli altri tre sono sempre stati il concentrato del degrado, dell'emarginazione e dominio delle peggiori criminalità organizzate: camorra e mafia in primis.
Ma la sventura più grande per Trieste è avere un piccolo giornale che quotidianamente dimostra di non essere minimamente informato sulle cose che poi pretende di spiegare agli altri: i sempre meno che però pagano un euro e settanta centesimi per simile “informazione”.
Post scriptum. Il nostro articolo “Roba da matti” del 29 dicembre su Rozzol Melara su queste nostre pagine ha superato di slancio gli oltre diecimila (10.000) lettori con oltre cento interazioni e commenti.
30-12-2024
Qui Borgo (San Sergio) la vita ridotta a cronaca nera.
E non deve stupire la scelta di incaricare proprio lo specialista di “nera” del piccolo giornale a stendere la paginata sulle case Ater di Borgo San Sergio.
No, le migliaia di residenti non meritavano proprio questo trattamento e tantomeno questa immagine.
I quattro quinti del servizio sono dedicati ai due recenti casi di incendi, piccoli e subito risolti, che hanno interessato l'area pubblica del rione, e quasi sicuramente dovuti, a sentire i Vigili del Fuoco, ad un lancio sconsiderato di petardi.
Poi nel finale del lungo articolo di “nera” per l'appunto restando in tema si liquidano le oltre trecento famiglie mandate a “vivere” negli otto condomini a 13 piani, definite “palazzine”, in questo modo, e c'è da rabbrividire ed indignarsi a leggere le righe che seguono.
“Borgo San Sergio deve fare dunque i conti con i vandali che si aggirano di giorno e di sera: incendi, furti, danni. Il fenomeno è particolarmente grave nelle "case dei Puffi", ricettacolo di degrado, spaccio e violenze. In quegli spazi le auto abbandonate sono prese di mira dai teppisti. Alcune sono state distrutte dai rochi, appiccati da ignoti anche recentemente. Ce ne sono varie così, ridotte a relitti consumati dalle fiamme e lasciate in quel modo nei parcheggi dei residenti sotto le finestre delle abitazioni. Alcune delle auto incendiate sono state trasformate in cassonetti delle immondizie: la gente passa e butta la spazzatura oltre le finestre in frantumi, dentro gli abitacoli anneriti.
Le vetture lasciate in quelle condizioni, insieme alla sporcizia circostante e alle scritte dappertutto, calcano ancora di più quello stigma di periferia dimenticata che la zona delle "case dei Puffi", da anni, non riesce a scrollarsi.”
E solo sull'ultima riga ci sentiamo di condividere (“stigma di periferia dimenticata che la zona delle "case dei Puffi", da anni, non riesce a scrollarsi.) quanto scritto ma d'altronde se l'autore di questo articolo fosse coerente con quanto da lui firmato dovrebbe dimettersi su due piedi dal piccolo giornale. L'unico, e sottolineiamo quell'unico, cosiddetto organo di “informazione” che in otto settimane, quante sono state le assemblee condominiali tenutesi negli otto palazzoni di via Grego promosse dal Circolo Miani e dalla Lega degli Invisibili a cui hanno partecipato un totale di oltre cento famiglie, ci avviciniamo quasi alla metà degli appartamenti attualmente occupati, a non scrivere una riga di resoconto, a non seguire alcuno degli otto incontri, pur sempre invitato.
La Rai regionale ha coperto la notizia con ben due lunghi servizi d'apertura dei suoi TG, idem ha fatto Telequattro, il quotidiano Primorski Dnevnik vi ha dedicato una pagina con richiamo in copertina, Triesteprima due lunghi servizi corredati da esaustive immagini: zero il piccolo giornale. E quando scrive di Borgo lo fa nella maniera odierna, oseremmo dire insultante per le tante brave e civili persone che hanno partecipato alle assemblee dei “Puffi” e di tutte le altre che vivono a Borgo San Sergio.
Ma chi non sa le cose dovrebbe prima informarsi, che poi sarebbe la “professionalità”, il minimo sindacale del mestiere di giornalista.
Il progetto del villaggio di Borgo San Sergio nasce nei primissimi anni Sessanta, ben prima che arrivassero i “Puffi”, apprezzato da mezza Europa, per il modello di civili abitazioni che lo compongono, costruite allora con materiali di prima scelta, con un ufficio periferico dello Iacp sul territorio. Un progetto però rimasto incompiuto, come spesso accade in Italia e particolarmente a Trieste: ovvero tutte le aree comuni, i servizi, i luoghi di aggregazione e ricreazione non furono realizzati, se non parzialmente quaranta/cinquanta anni dopo.
Ci volle l'infaticabile opera profusa dal mai sufficientemente rimpianto prof. e preside della scuola primaria di Borgo, Giancarlo Roli, nel cercare di porvi almeno parziale rimedio trasformando l'unica scuola in un istituto a tempo pieno capace di offrire ai ragazzi un centro di aggregazione.
Le case di via Grego vennero decenni dopo e passarono incompiute a cantiere fallito all'allora Iacp che si mosse per salvare il costruttore Cividin, democristiano di lunga data, dal fallimento. E le vicende sono state raccontate anche nelle riunioni svoltesi in via Grego, perchè sono all'origine del degrado abitativo di quel complesso. Un giornale sempre più piccolo che Trieste non si merita.
04-01-2025
ATER. Cambiano i suonatori ma la musica peggiora.
E se il buongiorno si vede dal mattino allora comincia male il nuovo presidente dell'Ater di Trieste, oddio “nuovo” per modo di dire perchè siede da cinque anni nel Consiglio di Amministrazione dell'Azienda su indicazione di Fratelli d'Italia.
E forse non lo sapete anche giacchè neppure su questo la stampa fa “informazione”, che da decenni l'Ater è uno di quei enti di nomina regionale dove i partiti che vincono prendono tutto, e solitamente vi piazzano a lauto contentino i politici di seconda scelta, quelli quasi sempre che hanno fallito l'elezione.
Mezza paginata abbondante oggi generosamente concessa dal piccolo giornale, fedele al motto di aiutare gli “amici” politici, con intervista a firma del cronista di “nera” del quotidiano locale, dove il “neo” si fa per dire inanella il solito ritornello sulle case dei “Puffi” di via Grego.
Telecamere, forze dell'ordine, portierato sociale, Terzo Settore, mancava la Microarea e l'elenco era completo.
Lo aiutiamo noi che abbiamo concluso sabato 28 dicembre le otto assemblee condominio per condominio, negli atri talvolta devastati anche dai lavori di manutenzione mai ultimati degli stabili. In piedi assieme alle oltre cento famiglie che vi hanno partecipato proprio perchè è stato rifiutato ai residenti l'utilizzo dello spazio del Portierato “sociale” (?), che con la Microarea è stato totalmente bocciato nei giudizi unanimi degli inquilini.
Ma su questa grande, ed aggiungiamo noi ultima opportunità per le istituzioni, a partire proprio dall'Ater, di cogliere questa occasione, intrisa però da scetticismo e sfiducia verso il modus operandi tenuto fino ad ora da Ater, Servizi sociali del Comune e servizi sanitari territoriali, bocciati in toto, creata dal Circolo Miani e dalla Lega degli Invisibili il “neo” presidente non proferisce parola, d'altronde come il piccolo giornale non ne fa cenno: unica redazione locale sempre assente agli incontri.
Ha il sapore di una presa in giro il riconoscere che verso i “vandali” individuati da tempo dall'Ater e da questa mandati a vivere ai Puffi ed al Serpentone di Valmaura, l'Azienda che ne è responsabile anche nella loro permanenza scarichi su terzi, sempre i soliti: polizia, magistratura, l'incombenza di revocare loro l'assegnazione degli appartamenti.
In quanto ai “130” appartamenti vuoti e “necessari di restauro”, a noi risultavano 70 ma evidentemente l'anno nuovo li fa lievitare, essi sono vuoti perchè come ama ripetere il direttore Ater le famiglie quando li ricevono in assegnazione si rifiutano di entrarvi. Un bell'indicatore, nevvero?
Forse “neo” presidente e direttore farebbero bene a parlarsi: hanno la segreteria in comune e le stanze una accanto all'altra, non ci sembra cosa improba.
Il resto è il solito annuncio di installo di telecamere, che se messe rischiano seriamente di durare l'espace d'un matin, burocrazie lunghissime per le manutenzioni: infatti ci sono famiglie senza riscaldamento da oltre un mese come testimoniato da diversi inquilini, e la novità sulle “morosità incolpevoli” con gli affitti che tra canone e spese accessorie vanno dai 350 euro mensili in su.
Qui il “neo” dà il meglio di se stesso citando più volte un fantomatico “Terzo settore” a soluzione del problema povertà e soprattutto disoccupazione, anche per i tanti over Settanta?, dimostrando di ignorare che con questa sigla si indicano esclusivamente le associazioni onlus operanti sul territorio e che già fanno fatica a far fronte alle loro spese di pura gestione (affitti, bollette, ecc).
Servizi sociali e sanitari, lo scriviamo a suo esclusivo uso e consumo, non rientrano infatti nel “Terzo Settore”, come il cronista di “nera” che lo intervistava si è ben guardato dal ricordargli.
E sì, buio pesto al tramonto di questa prima uscita pubblica del “neo” presidente Ater.